WeekHospital Menomali 2018bis
Questa missione si é svolta dal 2 al 12 novembre 2018
Piu di 50 malati ci aspettavano per le visite, avvertiti da una macchina ormai collaudata: la Radio Belekan che arriva fino ai villaggi piu lontani, il passaparola tra i pazienti già operati o tra gli amici che hanno sentito parlar bene della missione… Alla fine erano più del doppio dell’ultima missione. Non c’è che dire… Un bel segnale di crescita e di buon operato!
In 10 giorni di attività, Sergio ha operato 25 malati dei quali sette sono stati piccoli pazienti pediatrici che, per i non addetti ai lavori, rappresentano una tipologia di chirurgia critica e delicata per le caratteristiche stesse del paziente pediatrico. Tutti gli interventi hanno avuto un decorso post operatorio senza complicanze e secondo le aspettative. Davvero una gran bella soddisfazione!
Giorno 1
Ci accolgono i soliti 35 gradi senza umidità e i tempi africani per uscire dall’aeroporto felici di non aver perso nessuna valigia. Sempre sostenuti dalla vostra energia.
Il WeekHospital prende subito il via con un sopralluogo programmato nella sala operatoria dell’Ospedale Gavardo che speriamo di poter utilizzare già da questa missione. Ci aspettavano in ospedale i primi malati da visitare, la maggior parte pediatrici.
Giorno 2
Bisogna sapersi arrendere quando la situazione lo richiede. E quella di Famorou è una di queste situazioni. Anche il trapianto di osso effettuato a gennaio scorso è stato fratturato. Dopo l’ennesima e complicata ricostruzione, il risultato è stato reso vano da un gioco comune tra i bimbi… Il piccolo karate. Stentiamo a credere a quello che vediamo alla TC di controllo. Eppure è così. Dopo lunghi colloqui con i genitori e il nostro mediatore culturale decidiamo a malincuore e frustrati di non intervenire ulteriormente chirurgicamente. Farlo significherebbe sottoporre il piccolo Famorou all’ennesimo intervento che, nel contesto socio culturale in cui vive, lo esporrebbe a un ulteriore certezza di fallimento. E nessuno se lo può permettere. Rimane la nostra mascotte che seguiremo in ogni nostro viaggio.
Stamattina l’arrivo all’AM di Kati per la visita dei malati è stato buffo. Siamo stati abituati negli anni a trovare al nostro arrivo una discreta folla di malati in paziente attesa. Oggi lo scenario all’arrivo era totalmente differente. Due pazienti. Soltanto due pazienti. Ci siamo guardati e interrogati con un po’ di inquietudine. Dopo pochi minuti arriva il dottor Diarra’ sorridente e con dei fogli in mano. Al nostro quesito sul perché ci fossero solo due pazienti risponde con una sonora risata e indicando la lista dei cinquanta pazienti in attesa di consulto. Cinquanta….
La giornata trascorre visitando la metà dei pazienti della lista, continua con un proficuo incontro con il responsabile del servizio di radiologia dell’ospedale di Kati’ e finisce con la visita pre-operatoria chirurgica e anestesiologica dei tre bimbi affetti da labioschisi che domani affronteranno l’intervento.
Giorno 3
Oggi è stata la giornata dei bimbi. Le camere di degenza sembrano una scuola elementare. Mady grand, Mady petit e la piccola Awa di quattro anni. La seduta operatoria scorre senza imprevisti in un clima di serenità e di rodata routine. Il dottor Cheick Sogodogo, il nostro anestesista, gestisce con serenità e competenza una seduta chirurgica interamente pediatrica consentendoci di lavorare con altrettanta serenità e concentrazione.
Appena adesso abbiamo finito l’ultimo controllo ai piccoli pazienti e portiamo in macchina con noi verso Kati una paziente e suo figlio. Domani la sottoporremo ad ad un delicato intervento all’orbita sinistra. Buona notte a voi e buon riposo a noi!
Giorno 4
Piove anche qui, capita ogni tanto sopratutto in questo periodo dove é ancora tutto verde prima della prossima siccità.
Abbiamo concluso le consultazioni programmate, la comunicazione via radio Belekan é stata fondamentale a parte il passa parola.
Da domani si opera ogni giorno tra il centro medico e la clinica privata.
Riportando i bambini in ospedale dopo le operazioni ci siamo fermati per strada, da un falegname per modellare una piccola struttura di supporto alla piccola manina di Awa. Presa l’impronta sul legno, il falegname la ritaglia e la rifinisce con cura, ci guardiamo e gli chiedo quanto gli devo, mi risponde serio “niente questo é per lei” indicando Awa.
Fare qualcosa per qualcuno gratuitamente non è solo generosità ma é sopratutto empatia e credere in un grande comunità …come il MenoMali!
Domani dovrebbero ritornare i cercatori di Acqua…vi aggiorniamo.
Da Elio Graziano
Se chiudo gli occhi posso vedere i vostri volti, le vostre magliette colorate, i vostri sguardi, a volte stanchi eppure sempre accesi, vivi, febbrili di vita e dell’unica ambizione che è amica, fare, e fare Bene, assieme. Se chiudo gli occhi vedo il cammino di Alessio e Marco verso la polvere, il sudore, la speranza, poi l’acqua! La vita. La danza… Posso vedere il battito di Fabrizio, di Sergio scandito dagli occhi silenziosi di chi attende, nella pazienza, nella fiducia in questi due matti zii bianchi che sono venuti da lontano per la gioia dei loro sorrisi, dei loro cuori. Non è l’immaginazione a permettermi di vedervi, ma l’Amicizia che nutrite. Grazie. Amici miei.
….
MeniMali
Giorno 7
Sveglia con la sensazione che sta già finendo e abbiamo ancora tante cose da fare.
Ancora 20 malati da operare, l’infermiere da insediare al villaggio di Koba, promuovere il MenoMaliMap e tutte quelle cose che rimandi e poi non hai tempo di farle, come se te le lasciassi come scusa per tornare.
Sergio opera al centro medico due pazienti. Tutto procede bene. Partecipa agli interventi Maxime, un anestesista volontario che, saputo della nostra presenza, ha voluto conoscere Menomali. Per noi è un gran piacere conoscerlo e condividere momenti di scambio sia medico che personale.
Cambia il concetto di città: Bamako con le sue fogne a cielo aperto, i suoi mille negozietti sulla strada, la sua polvere rossa che comincia ad alzarsi dalle prime ore dell’alba, gli odori invadenti e curiosi e per finire i suoi mille colori. Vi sembrerà strano, ma si respira un’aria di sicurezza che è difficile da spiegare. È figlia dell’atmosfera che respiriamo che sa di accoglienza. Pura.
Senza mangiare continuiamo la giornata visitando gli operati di ieri ricevendo un saluto marziale dal capitano e la gioia di vedere che tutto va bene.
Finiamo la giornata all’ospedale Gavardo a visitare i tre bambini operati domenica di labbro leporino. Ci accolgono con la maglietta menomali e un “sorriso”.
Giorno 8
Sveglia alle 05.00 per arrivare presto a Koba dove il Comitato del dispensario, costruito nel 2005, ci aspetta per il passaggio di consegna del nuovo infermiere Baba.Sono circa 30km di strada asfaltata ma inagibile e 10km di savana più verde del solito. L’alba ci accompagna e il fresco della notte svanisce piano piano.
Il venerdì é il giorno di mercato nel villaggio sulla strada, Yeleguebougou, lasciando quindi Koba abbastanza vuota. I soliti amici ci riconoscono e ci salutano con grande affetto. Dopo il rituale del saluto al capo villaggio consegnandogli del riso e dei semi di cola, compiamo l’atto dovuto dopo 3 anni di formazione grazie alle vostre donazioni.
Giallo, verde, rosso, nero e blu sono i colori che ci circondano nella savana, sono i colori del nostro logo che i bambini mostrano fieri all’uscita dalla
scuola.
Tornare a Koba é un ritorno alle origini, come il grande baobab con i suoi infiniti rami e un unico enorme tronco.
Passiamo al villaggio vicino, N’Golofala, dove ci aspettano i malati da portare al centro medico per essere operati da Sergio.
Cena con le suore che ci ospitano scambiando informazioni fondamentali per la missione e ricordando tutto quello fatto e quello che ancora si può fare sempre grazie a voi..
Giorno 9
Kati, Bamako, sabato 10.
La giornata inizia presto. Veloce ripasso del programma e rapida ricognizione del materiale sanitario. Ci dirigiamo verso la clinica di Bamako dove ci aspettano le due pazienti in lista per due delicate operazioni chirurgiche. Si tratta di due donne di media età (qui non è facile stabilire a vista l’età, soprattutto per le donne). Le troviamo già sistemate nella stanza, fasciate dai loro vestiti sgargianti e con i loro vaporosi e coloratissimi copricapi in chinz. Hanno già fatto conoscenza tra loro e hanno organizzato la stanza come fosse una stanza della loro casa… Qui in città come nei villaggi le donne svolgono quasi tutte le vitali attività quotidiane con grande fermezza, competenza ed equilibrio. Viene quasi da pensare che se qui le donne prendessero il potere, il paese cambierebbe rapidamente in meglio. Ma questa è un’altra storia…
Le due operazioni hanno, per ora, buon esito. Altre donne sono presenti per assistere le pazienti. Andiamo via. Dopo nove ore di attività – e otto giorni sempre con i medesimi ritmi – ci concediamo un lusso: una birra seduti in un resort sulla riva del Niger. Il tramonto è stato unico.
alessio
Giorno 10
Ultimi tre interventi chirurgici al centro di Kati, nel quale ormai ci muoviamo con disinvoltura.
Babà ,il neo responsabile del dispensario sanitario di Koba, si é dimostrato una aiuto fondamentale per la missione sanitaria.
Stiliamo un protocollo per i pazienti con patologie tiroidee con il dottor Diarra sempre fondamentale per tutta la gestione locale dei malati.
A fine intervento procediamo con le medicazioni dei pazienti operati nei giorni precedenti.
Visitiamo la Radio Belekan che ci ha annunciato nei villaggi e che continuerà a sostenerci.
In serata ci raggiunge Marco per la solita ultima riunione conclusiva, per scambiare idee e prendere decisioni.
Domani ultimo giorno di visite controllo..
Sembra ieri essere arrivati ieri… come sempre.