Si riparte con la WeekHospital con il chirurgo Sergio Santamaria e tutto lo staff medico locale. Dopo due anni di attesa i pazienti saranno operati in una nuova struttura locale.
Formazione del personale medico che ci segue nelle nostre attività, compreso l’infermiere del villaggio di Koba, Baba Coulibaly.
È emozionante.
Di nuovo qui dopo due anni e mezzo ad affrontare il primo week hospital 2022. Ad aspettarci più di 40 pazienti. Diligentemente selezionati da Babà e successivamente sottoposti ad un tampone rapido antigenico, uno ad uno sono stati ascoltati, visitati e classificati secondo un ormai collaudato sistema gestionale.
Si è così strutturato lo scheletro portante di questa missione, il canovaccio che ci guiderà nei prossimi giorni con inevitabili variazioni sul tema ed imprevisti. Cominciano le scelte difficili…di fronte alle istanze di ognuno dei nostri nuovi pazienti che vorrebbe per se l’accesso alla cura dobbiamo inevitabilmente stilare una scala di priorità, urgenza e gravità.
Di fronte alla candidatura di pazienti critici è obbligatorio il confronto sul da farsi tra noi, con i colleghi maliani e con le nostre coscienze. ..ma è così che va qui e anche a questo ormai abbiamo fatto l’abitudine.
Domani comincia il calendario chirurgico con i primi casi da risolvere in sala operatoria. Un nuovo teatro, la Clinica degli Amici di Kati, ma una compagnia di attori ben collaudata da ormai sette anni di fatiche condivise. Si apra il sipario. Buonanotte e buona fortuna a tutti.
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It is exciting.
Again here after two and a half years to face the first Week Hospital 2022. More than 40 patients were waiting for us. Diligently recruited by Babà and after an antigenic COVID test, one by one were heard, visited and classified according to a well known management system. The supporting skeleton of this mission was thoroughly structured, the canvas that will guide us in the coming days with inevitable variations on the subject and unexpected events. The difficult choices begin … in the face of the instances of each of our new patients who would like to access the treatment we must inevitably draw up a priority scale, urgency and gravity. Faced with the candidacy of critical patients, the comparison is mandatory to become between us, with Malian colleagues and our consciences. ..but that’s how it goes here and also to this now we have used to. Tomorrow the surgical calendar begins with the first cases to be solved in the operating room. A new theater, the clinic of the friends of Kati, but a company of actors well tested by now seven years of shared strides. The curtain opens. Good night and good luck to everyone.
Giorno 3
Oggi giornata complicata. Il programma di lavoro prevedeva due chirurgie. Un paziente che ieri non siamo riusciti ad operare per un guasto in sala operatoria e un bimbo di 11 anni, già operato ad ottobre 2019 per un tumore mandibolare e purtroppo recidivato.
All’arrivo in clinica visitiamo i pazienti operati ieri e aspettiamo che venga reso operativo il blocco operatorio. L’attesa si prolunga, le ore passano ma non riusciamo a iniziare l’attività chirurgica. Il problema è più grave di quanto si pensasse e per risolverlo deve arrivare un tecnico da Bamako. Decidiamo di utilizzare il tempo a disposizione per visitare altri pazienti che, come ogni missione, arrivano alla spicciolata per aver ascoltato il messaggio via radio della nostra attività sanitaria.
Finite le visite e arrivati a metà giornata non possiamo più aspettare. Decidiamo di cercare un’altra struttura in cui poter operare. Il tempo è davvero prezioso qui per noi e non possiamo permetterci di non utilizzarlo al meglio. Dopo un giro di telefonate con i nostri contatti locali identifichiamo una struttura papabile di Bamako. “Smontiamo” letteralmente il blocco chirurgico allestito, lo carichiamo nelle macchine, affrontiamo il viaggio con condizioni climatiche proibitive. Con noi il paziente già rinviato ieri. Arrivati a destinazione, dopo un sopralluogo collettivo di tutta l’equipe, riallestiamo le nostre strumentazioni e cominciamo ad operare. La chirurgia procede bene e senza particolari imprevisti. Alessio si prodiga, come è suo solito, per risolvere brillantemente e con pochi mezzi, le inevitabili problematiche tecnico-strumentali.
È già sera e non ci rimane che recarci in un’altra struttura sanitaria, l’unica a Bamako che effettua risonanze magnetiche, per discutere con un collega radiologo un caso difficile che affronteremo nei prossimi giorni. Un passaggio rapido alla clinica di Kati per controllare lo stato del blocco operatorio e dei malati ricoverati. Infine stanchi rientriamo alla missione.
Il tempo qui per noi è un tesoro. Non va sprecato. E oggi abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per non sprecarlo. Andiamo a dormire stanchi ma sereni.
Sergio
A complicated day today. The work program included two surgeries. A patient who yesterday we were unable to operate due to a failure in the operating room and an 11-year-old boy, already operated in October 2019 for a mandibular tumor and unfortunately relapsed.
Upon arrival at the clinic we visit the patients operated on yesterday and we wait for the operating block to be made operational. The wait is prolonged, the hours pass but we are unable to start the surgical activity. The problem is more serious than previously thought and to solve it a technician must arrive from Bamako. We decide to use the time available to visit other patients who, like every mission, arrive in dribs and drabs for having listened to the radio message of our healthcare activity.
Once the visits are over and we have reached the middle of the day, we can no longer wait. We decide to look for another structure in which to operate. Time is truly precious here to us and we cannot afford not to use it to the fullest. After a round of phone calls with our local contacts, we identify a suitable structure in Bamako. We literally “disassemble” the surgical block, we load it into the machines, we face the journey with prohibitive climatic conditions. With us the patient already referred yesterday. Once we arrive at our destination, after a collective inspection by the whole team, we rearrange our equipment and begin to operate. The surgery is proceeding well and without unexpected details. Alessio does his utmost, as usual with him, to solve the inevitable technical-instrumental problems brilliantly and with little means.
It is already evening and we just have to go to another health facility, the only one in Bamako that performs magnetic resonances, to discuss a difficult case with a radiologist colleague that we will face in the next few days. A quick passage to Kati’s clinic to check the status of the operating block and the hospitalized patients. Finally tired we return to the mission.
Time here is a treasure for us. It shouldn’t be wasted. And today we did everything in our ability not to waste it. Let’s go to sleep tired but peaceful.
Giorno 5,6
Vi scrivo appena rientrati in missione. Giornata particolare oggi. Una nostra paziente al risveglio ha avuto una complicanza respiratorie ed è in rianimazione. Il week hospital è anche questo. Complicanze, fallimenti, recidive e inoperabilità.. Chi fa questo lavoro sa che fa parte del gioco(anche se gioco non è proprio). È scomodo raccontarlo, impopolare….ma la prima nostra regola è la trasparenza. Questa mail è la storia del piccolo Ousmane, con un voluminoso tumore osseo mandibolare recidivato alla chirurgia effettuata nella precedente missione. È stato un intervento lungo, complicato e altamente demolitivo. È la storia di Yussuf, affetto da neurofibromatosi e con una espressione intracranica della malattia a cui abbiamo dovuto dire, dopo un consulto congiunto con un collega neurochirurgo, che non potevamo fare nulla per fermare la sua malattia e la sua sofferenza.
È la storia di Assitan, ragazza di vent’anni con una bimba di due, che ha subito un intervento di sei ore per un tumore al collo con alte criticità…anche lei recidiva.
È la storia di Fatumata’, operata oggi per un gozzo sommerso bilaterale e adesso ricoverata in rianimazione per complicanze anestesiologiche al risveglio.
Il week hospital è anche questo e va raccontato. Il week hospital è anche questo…non solo sorrisi soddisfatti a fine intervento. Ma siamo uomini in mezzo a uomini.
Sergio
I am writing to you as soon as we return to the mission. Particular day today. Upon awakening, one of our patients had a respiratory complication and is in resuscitation. The week hospital is also this. Complications, failures, relapses and inoperability .. Those who do this work know that it is part of the game (even if it is not really a game). It is uncomfortable to tell it, unpopular …. but our first rule is transparency. This email is the story of little Ousmane, with a massive mandibular bone tumor that recurred from surgery performed in the previous mission. It was a long, complicated and highly demolishing intervention. It is the story of Yussuf, suffering from neurofibromatosis and with an intracranial expression of the disease to whom we had to say, after a joint consultation with a fellow neurosurgeon, that we could not do anything to stop his illness and his suffering.
It is the story of Assitan, a twenty-year-old girl with a girl of two, who underwent a six-hour operation for a highly critical neck tumor … she too is relapsing.
It is the story of Fatumata ‘, operated today for a bilateral submerged goiter and now hospitalized in resuscitation for anesthetic complications upon awakening.
The week hospital is also this and must be told. The week hospital is also this … not just satisfied smiles at the end of the surgery. But we are men among men.
Giorno 8
atoumata non ce l’ha fatta. Venerdì notte è deceduta in rianimazione. L’abbiamo vista nel pomeriggio di venerdì durante l’esecuzione di una tac di controllo. L’esito della TAC faceva ben sperare. Ci siamo stretti la mano, non parlati solo perché non glielo consentiva il tubo oro-tracheale che le assicurava la respirazione. Qualche ora dopo la situazione clinica è precipitata. È parte di questa attività affrontare eventi simili. Ma non si fa mai l’abitudine. Ogni paziente operato è un legame che si crea. Ogni paziente è una corda che intrecciata insieme alle altre ti sostiene nel fare questo lavoro. Quando operi stai sospeso in aria con questa rete sotto i piedi. Ogni tuo gesto sul campo chirurgico fa la differenza tra la vita e la morte del paziente che stai operando. Quando succedono eventi simili la rete che ti sostiene sembra meno resistente.
Con questa sensazione è cominciata la giornata chirurgica di sabato. Tutti noi, tutta l’equipe di sala operatoria italo-maliana, avevamo la necessità di fare il nostro lavoro al meglio possibile. Per rinforzare la rete sotto di noi. È stata una giornata lunghissima. È cominciata di primo mattino; cinque pazienti, tutte donne, operate con una sequenza di gesti che aveva un che di rituale. Alle ventidue e trenta ci spogliamo dei camici sterili per l’ultima volta per oggi.Il tempo per la rituale foto di fine attività chirurgica e si lascia la clinica. Domani e dopodomani medicazioni e controlli post-operatori. È ora di raccogliere le fila di questa missione che volge al termine.
Sergio
Fatoumata didn’t make it. On Friday night she passed away in intensive care. We meet her on Friday afternoon while performing a control scan. The outcome of the CT scan bode well. We shook her hand, don’t talk about her just because the oro-tracheal tube that ensured her breathing. A few hours later the clinical situation worsened. It is part of this activity to deal with similar events. But you never get used to it. Each patient is a bond that is created. Each patient is a rope that, woven together with the others, supports you in doing this work. When you operate you are suspended in the air with this net under your feet. Your every gesture on the surgical field makes the difference between the life and death of the patient you are operating. When similar events occur, the network that supports you seems less resilient.
With this feeling began the surgical day on Saturday. All of us, the whole Italian-Malian operating room team, needed to do our job as well as possible. To reinforce the network below us. It has been a very long day. It started early in the morning; five patients, all women, operated on with a sequence of gestures that had something of a ritual. At twenty-two thirty we take off our sterile gloves for the last time for today. Time for the ritual photo of the end of the surgical activity and we leave the clinic. Tomorrow and the day after medications and post-operative checks. It’s time to join the ranks of this mission coming to an end.